Salario e stato sociale.

Welfare State
Welfare State

Bisogna controllare l’avanzo o il disavanzo primario dello Stato. Se c’è un avanzo vuol dire che la differenza fra ciò che lo Stato incassa sotto forma di tasse dirette e indirette e contribuzioni varie e ciò che lo Stato spende per i suoi dipendenti e per i servizi è in attivo di un tot di milioni di €.

Dove vanno a finire quei soldi?

Semplice: a pagare gli interessi sul debito pubblico: BOT CCT e quant’altro, posseduti in grandissima maggioranza non da operai e impiegati e artigiani, ma dai grandi centri di investimento (la famosa speculazione!) finanziaria e il cui ammontare complessivo è molto maggiore del Pil, supera cioè il totale della produzione interna lorda.

Le “gravi condizioni di bilancio dello Stato” dipendono dunque dall’enorme ammontare del debito e degli interessi sul debito.

Di questo nessuno parla nei dibattiti televisivi e chi ne fa cenno lo fa solo per puntare il dito sul debito, non per denunciare il fatto che a pagarlo sono chiamati i lavoratori.

Già, perché il bilancio primario (entrate e uscite, senza prendere in considerazione il debito) è in attivo grazie al taglio delle spese per servizi, quei servizi che non sono una graziosa elargizione dello Stato ai cittadini. I “servizi sociali” sono la resitituzione in forma di servizi, appunto, di quelle quote di salario indiretto che vengono ritirate dallo Stato sotto forma di contributi sanitari e previdenziali.

Qui stanno tagliando le spese rapinando il salario indiretto!

Non si sta tagliando un presunto Stato Sociale mai esistito, si sta semplicemente rapinando il salario.

Ed è significativo, ci pare, che – tutti –  per “sanare il debito” non sappiano trovare altra strada che attaccare i salari dei lavoratori. E poi tutti dicono che è finita la lotta di classe.

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