Ritratto di un artista.

Lazar Vozarevic
Lazar Vozarevic

di Sergio Mauri

Conobbi un artista quasi 30 anni fa, Lucia Ghirardi. Frequentavamo a stessa scuola: Il Conservatorio di Musica della nostra città natale, Trieste. A quel tempo era già innamorata dell’arte. La pittura era il vero scopo della sua vita, anche se la musica rappresentava, in apparenza, il suo primo scopo. A dire il vero e anche se lei era ancora una giovane donna, sembrava essere veramente in grado di costruire il suo mondo artistico visionario come risultato della fusione tra una mente aperta, uno sguardo puro e la autentica sensibilità che apparteneva alla sua anima.

Mi ricordo chiaramente, anche se è stato più di 25 anni fa, che mi invitò, un giorno, a vedere i suoi dipinti ad olio nell’appartamento dove viveva con la sua famiglia d’origine. Mi fece vedere i suoi lavori nel sottotetto di quella casa, dove mi stupii davvero per la scelta dei colori potenti, per il loro fondersi armonioso, per l’autenticità dei suoi temi. Tra l’altro, io non sarei stato in grado di dipingere e, in realtà, non avevo mai visto un vero pittore in azione, e le sue opere, fino a tale circostanza.

Pensai, ragionevolmente, che, attraverso la pittura, stesse esprimendo le sue emozioni e sentimenti interiori; diceva ciò che la sua vera anima denudata era disposta a dire. I suoi temi, le forme delle immagini riprodotte, l’essenza della sua pittura erano e sono strettamente legate al movimento artistico espressionista. Questa è la base da cui proviene. Oggi, dopo averci ripensato, posso aggiungere alcune osservazioni circa le sue opere. Intanto, dobbiamo dire che ha attraversato tre cicli espressivi: uno molto vicino all’ espressionismo austro-ungarico; uno relativo alla geometrizzazione del corpo a seguito di uno studio sulla struttura dello stesso, e uno, l’ultimo, quello dei disegni.

Ho già avuto modo di notare come il suo studio sulla struttura del corpo attraverso la sua geometrizzazione sia una sorta di tentativo di superare la sua timidezza e presunta inadeguatezza. E’ abbastanza comune che le persone abbiano dei dubbi su se stessi e la propria capacità di essere accettati dal mondo inteso come società umana. Ma penso che questa affermazione non sia sufficiente a spiegare la sua poliedrica personalità. Perciò voglio approfondire e analizzare ulteriormente il suo mondo artistico. Parto dal fatto che c’e una teoria, diciamo psicanalitica, in cui si spiega che l’opera d’arte entra in noi, dicendoci come eseguirla e non viceversa. Si tratta della teoria lacaniana, molto interessante e avvincente, che consente di capire perché la nostra opera d’arte sarà sempre diversa rispetto al progetto o all’idea iniziali. Se questa teoria vale per spiegare il percorso di ogni artista, spiega anche il lavoro di Lucia: possiamo definirla come artista seguendo le sue impronte creative. Perciò, da quelle, si può capire che è una pittrice che è stata profondamente colpita da eventi della vita della sua famiglia, dal corpo umano e dalla vergogna e l’imbarazzo che porta con sé, da emozioni e sentimenti negativi ma umani come il dolore, la sofferenza, la solitudine. Ultimo ma non meno importante, lo stile artistico di Nino Perizi suo maestro d’arte e, soprattutto, di vita.

Stile di vita e stile artistico sono due facce della stessa medaglia, due modi per muoversi, per vivere. Ma qual è l’opinione di Lucia in merito all’arte? Lei pensa che l’arte e la vita siano sullo stesso piano, siano, appunto e in definitiva due facce della stessa medaglia, si compenetrino l’un l’altra. Se si è in grado di farlo, e se si ha davvero qualcosa da dire, questo uscirà sulla tavolozza o sul foglio da disegno. Non c’è modo di sfuggire a questo, dalle tue radici, da ciò che sei in profondità. Il tuo background culturale emergerà su quel foglio di carta o tela, denudando la tua anima e i tuoi pensieri che sono solo due nomi diversi per la stessa cosa: te stessa/o. Questo è talmente vero che possiamo inserire tutte queste affermazioni nel suo curriculum vitae e farglielo firmare.

Il suo curriculum è di fondamentale importanza. È di solito la prima cosa o la seconda cosa che si conosce di un artista (la prima dovrebbe essere, in realtà, il prodotto stesso del suo lavoro). Così è per questo artista. Giusto per sapere qualcosa in più su di lei, dovete sapere che ha frequentato, presso il Civico Museo Revoltella di Trieste, dal 1982 al 1990, un corso sulla figura umana sotto la guida di Nino Perizi. Dal 1990 al 1991 ha lavorato per lo Studio di progettazione Grafica Pini. Durante lo stesso periodo, dal 1988 al 1989, ha partecipato a Milano presso la Scuola Disney, ad un corso della durata un anno, sotto la guida di Giovan Battista Carpi.

Ora, voglio affrontare la questione inerente una giovane artista che segue il suo maestro. Ci sono varie questioni che sono interessanti da analizzare proprio su questo aspetto, come parte formante del percorso artistico stesso. Prima questione: quando si è giovani adulti è necessario esplorare il mondo fuori dalla famiglia di origine, alla ricerca di modelli da imitare e seguire e, perché no, criticare. Seconda questione: il rapporto freudiano tra padre e figlia e la sua replicazione nella vita quotidiana di ognuno di noi. Terzo problema: la necessità di protezione come umana necessità, in stretta connessione al secondo punto.

Sul primo punto si potrebbe notare come sia normale cercare qualcuno con cui confrontarsi, soprattutto se lui / lei rappresenta ciò che vorresti essere, una sorta di secondo corpo, mente, una specie di seconda vita parallela. I tuoi genitori, dal momento adolescenziale, non sono più sufficienti per testare il mondo o capire la vita. È necessario mettere in discussione l’ambiente che ci circonda, al fine di avanzare. Sul secondo punto una vastissima letteratura è stata pubblicata e tutto è già stato detto, così come sul terzo punto citato, strettamente legato al secondo. A tutto ciò potrei solo aggiungere che la natura umana, da qualsiasi parte la si guardi ha le stesse caratteristiche fondamentali e, più o meno, le stesse aspettative dalla vita.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger e ideatore e-learning. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d’Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022.
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