Quelli che non sono Charlie.

Arrivée Charlie Hebdo à Libération
Arrivée Charlie Hebdo à Libération

Ci sono, purtroppo, alcuni tra di noi che cercano rogne, persone che non sono Charlie. Persone che devono essere sradicate dal nostro contesto e con cui dobbiamo regolare i conti. Lo dice chiaramente la signora Nathalie Saint-Cricq, capo redattore politico di France 2 che è, peraltro, una TV di Stato:

C’est justement ceux qui ne sont pas “Charlie” qu’il faut repérer, ceux qui, dans certains établissements scolaires ont refusé la minute de silence, ceux qui “balancent” sur les réseaux sociaux et ceux qui ne voient pas en quoi ce combat est le leur. Eh bien ce sont eux que nous devons repérer, traiter, intégrer ou réintégrer dans la communauté nationale. Et là, l’école et les politiques ont une lourde responsabilité.

Ovvero:

Quelli che non sono “Charlie” devono essere identificati; coloro che in certe scuole si sono rifiutati di osservare il minuto di silenzio, coloro che vomitano sui social networks e coloro che non vedono che questa lotta è la loro. Bene, essi sono quelli che dobbiamo identificare e curare, integrare o reintegrare nella comunità nazionale. Le scuole e i politici portano una pesante responsabilità a questo riguardo.

Proprio sulla scorta della recente legislazione (13/11/2014) che riguarda il monitoraggio e la produzione di resoconti sul comportamento e i discorsi dei ragazzi a scuola, questi regolamenti sono stati resi operativi per la prima volta insieme alla conoscenza dei nomi di coloro che non hanno osservato il minuto di silenzio. I quali nomi sono stati trasmessi dagli insegnanti alla dirigenza scolastica e poi al rettorato, nonché alla polizia e all’autorità giudiziaria, per essere analizzati dai servizi di intelligence che poi potranno decidere se i fatti in questione sono così pericolosi da giustificare ulteriori indagini. Indagini che coinvolgeranno non solo i ragazzi o i bambini, ma i loro genitori e tutto l’ambiente relazionale che li circonda. Vi sono già, degli arresti eseguiti in ordine a reati di giustificazione o glorificazione del terrorismo. Tra questi, quello di un 28 con deficit di apprendimento.

Allora, se non siete Charlie, potreste essere così gentili dal dichiararlo, così vi arresteremmo, metteremmo in prigione e vi potremo rieducare?

** Se puoi sostenere il mio lavoro, comprami un libro **

Be the first to comment on "Quelli che non sono Charlie."

Leave a comment