Pittura giapponese contemporanea.

Shozo Shimamoto
Shozo Shimamoto

Prima di darvi una lista di nomi di artisti giapponesi che, secondo me, sono eccezionali, faccio un breve preambolo.

Che cosa hanno in comune Italia e Giappone ed i loro rispettivi popoli, con tutte le approssimazioni del caso, tali da renderli parenti di sentimenti e stile, pur nella lontananza geografica?

L’estetica! È la ricerca della bellezza, della perfezione e dello stile, che non significa che i due popoli non esprimano, poi, dei percorsi differenti, anche al loro interno. Anzi! Infatti, questo anelito nei giapponesi assume un aspetto di ordine rituale e rigidamente collettivista, mentre negli italiani si esprime in un individualismo anarcoide a volte distruttivo.

Quella giapponese di oggi è una pittura evoluta, lo si comprende dalla ricerca della forma e dei colori. E’ una pittura che ha guardato molto all’Occidente senza tuttavia abiurare ad una propria interpretazione. Una pittura che non ha assolutamente nulla da invidiare alla grande pittura occidentale. Questi i nomi che, secondo me, sono da tener d’occhio, gustare ed ammirare: Yasuo Sumi, Yozo Ukita, l’ormai famosissimo Shozo Shimamoto, Toshimutsu Imai, Saburo Murakami, Takesada Matsutani, Michio Yoshihara, Motonari Nohara, Chiyu Uemae, Atsuko Tanaka, Sadamasa MotonagaI vostri occhi e il vostro spirito ne trarranno enorme giovamento.

L’arte pittorica giapponese non può non eludere l’influenza subita dal Buddhismo. L’introduzione del Buddhismo in Giappone, dalla Cina (Buddhismo Chen, che in Giappone diviene Zen), è un evento storico di basilare importanza che modella il senso, il gusto, gli indirizzi delle espressioni artistiche nell’isola. Tuttavia, il Buddhismo non uccide lo Shintoismo preesistente e vera “forma e sostanza” spirituale del Giappone. Vi si sovrappone, in un certo senso, si stratifica nella coscienza espressiva di quel paese, divenendo cifra informativa e comunicativa di coloro che, per censo e volere delle classi dirigenti, sono addetti a tali compiti. Nasce, quindi, una certa forma di sincretismo fra le due culture che sono anche le due “ideologie dello stile di vita ed adeguamento spirituale alla realtà” che ha avuto il Giappone. E’ difficile dire quale ruolo abbiano avuto le culture successive (l’incontro col Cristianesimo e l’Occidente), ma di certo un ruolo non così determinante e profondo se è vero, come è vero, che noi apprezziamo – ancor oggi – la particolare unicità di un mondo che si esprime, comunque, anche dopo le innumeri contaminazioni, in una maniera originale, unica.

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