L’insostenibile insulsaggine dei Radicali.

2011-09-17_Roma_Mario_Staderini
2011-09-17_Roma_Mario_Staderini

di Sergio Mauri

Il 25 Aprile 2012, Festa della Liberazione dal nazifascismo, i Radicali inscenano la manifestazione “liberi tutti”. Ecco a cosa servono i simpatizzanti anglo-sassoni del Partito Radicale: all’emissione di rumore di fondo. Vedremo che cosa saranno capaci di inventarsi quest’anno in modo da far dimenticare che in questo paese c’è stata una guerra di liberazione dal nazifascismo.

Ma la vera chicca, la subdola insulsaggine di questo raggruppamento di prezzolati componenti dell’establishment, sta nello slogan, ripetuto anche dall’ineffabile Staderini, clone di Pannella, all’intervistatore di Rainews24, secondo cui gli operatori esteri non investirebbero in Italia perché “non c’è la certezza del diritto”.

Quindi, secondo i radicali, le multinazionali anglo-americane e occidentali investono massicciamente in Cina o in Romania o in Birmania perché lì c’è la “certezza del diritto”?

Ora, forse Staderini non sa che nel suo amato Regno Unito, come negli USA, nonostante la certezza del diritto, c’è la recessione. C’è ed è conclamata ufficialmente da almeno 11 anni. Nemmeno i rispettivi Stati riescono a stare dietro alle necessità dei rispettivi paesi.

In Italia, poi, la situazione è paradossale: la certezza del diritto (quella si!) propugnata dalle organizzazioni criminali, riesce addirittura – grazie al riciclaggio – a far emergere una significativa quota di PIL sommerso ed a regolarizzarne il ruolo economico, secondo i dettami così cari ai radicali, del “diritto”. Un capitale sporco, una volta emesso un documento fiscale e depositato su un conto corrente, è a posto. La ‘ndrangheta in Lombardia fattura regolarmente. Erario e banche ringraziano.

Peraltro, dalla parte opposta del filo del discorso, ci stanno delle organizzazioni criminali straniere che investono proprio da noi pagando regolarmente le tasse e depositando i propri soldi proprio qui da noi ( i prestanome non li ha inventati Berlusconi, nonostante ne abbia fatto un uso massiccio), e non solo da noi, ma anche nella civilissima Germania, secondo il meccanismo sopra esposto. Ma allora perché, poniamo, una multinazionale tedesca, a prescindere dalle mire germaniche sui paesi Baltici, non dovrebbe investire nel Sud Italia? Dopotutto il pizzo sarebbe una semplice tassa da pagare per le enormi agevolazioni ottenute: bassissimo costo del lavoro, forza-lavoro mediamente istruita e non sindacalizzata, assenza di controlli! Ma perché il Sud Italia, nella divisione internazionale del lavoro, non ricopre un ruolo industriale: mancanza di infrastrutture, lontananza dal centro degli scambi commerciali. Perché l’Italia, nella divisione internazionale del lavoro, ricopre il ruolo di paese consumatore, non produttore.

La cialtroneria di questi personaggi politici fa il paio con la sconfinata ebetaggine di chi li vota.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d’Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.
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