Le domande a cui, in arte, dovremmo rispondere.

Le domande cui in arte dovremmo rispondere
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di Sergio Mauri

  1. La presente epoca, poco significativa sotto il profilo artistico, è caratterizzata da mancanza di motivazioni. L’uomo contemporaneo vive in una natura (che è la sua cultura di riferimento) che lo pone fuori da qualsiasi motivazione nel fare, costruire, adattare il mondo. Viceversa è il mondo che sta adattando l’uomo: lo riduce a puro strumento della propria, intrinseca logica di Sistema. Tutto si soddisfa attraverso il Sistema.

  2. La distruzione operata dall’industria che ha come conseguenza l’annientamento dell’Europa precapitalistica, allontana definitivamente l’uomo dalle sue radici. Quest’uomo sradicato, incapace di avere cura di se stesso e dei propri simili, è prodotto di questo sistema che – appunto – non necessita di uomini, ma di docili strumenti.

  3. Arte o entropia: questo è l’aut-aut della questione. Anche l’arte, come la politica o la filosofia, risente dell’attacco della società di massa nell’epoca della finanziarizzazione dell’economia. Anche l’arte come tutti i riferimenti precedenti a questo tipo di società è messa a tacere dall’immane rumore sprigionato dalla società del consumo per il consumo. Il rumore di fondo copre tutte le voci che cantano temi non assimilabili a quello del consumo. L’unica alternativa – che non è solo creativa ma anche educativa – è l’arte come creazione, costruzione, invenzione, apprendimento, ingegno.

  4. Che l’arte sia serva e influenzata dalle strutture socio-economiche è dimostrato dal suo essere riflesso dell’andamento dell’epoca di riferimento. La sua miserevole condizione odierna, il suo rimestare nelle idee del passato, il suo essere copia seriale senza cura, esperienza e studio, quindi senza spessore culturale, ne sono la dimostrazione.

  5. Semplicità, velocità, successo (nell’essere consumato). Per avere successo bisogna essere semplici e veloci. Banali?

  6. Nota alla mia tesi sulla scissione di ciò che è falsamente unito. Scindiamo per poter ricomporre l’uomo, ma ripulendolo dalle sedimentazioni inutili.

I precedenti paragrafi vanno integrati con le seguenti postille:

  1. Nella creazione artistica bisogna valutare bene gli effetti della distruzione del vecchio sistema di valori senza che questo fosse sostituito da uno nuovo e valido.

  2. L’arte ha una dimensione oggettiva, strutturale nel prodotto fisico della creatività; e uno sovrastrutturale nell’idea che ci si fa di questo processo di creazione. In questi decenni abbiamo assistito al trasferimento del potere dal mondo politico a quello economico. In che termini ciò influisce nella nostra produzione artistica e come meglio evidenziare i cambiamenti avvenuti.

  3. Oggi, il controllo sociale avviene attraverso la macchina dei consumi. Gli imperativi sono: lavoro, produzione, consumo. Come la produzione è importante per la creazione del plusvalore, così il consumo lo è per la sua realizzazione.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger e studioso di storia, filosofia e argomenti correlati. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Hammerle Editori nel 2014.
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