Immigrazione, un problema economico.

Arrivo_di_migranti_nel_mare_di_Lampedusa_-_Arrival_of_immigrants_in_the_sea_of_Lampedusa,_Italy
Arrivo_di_migranti_nel_mare_di_Lampedusa_-_Arrival_of_immigrants_in_the_sea_of_Lampedusa,_Italy

Nonostante l’ideologia neoliberista abbia proclamato l’abbattimento di tutti i confini, gli immigrati che ogni giorno devono fuggire dalle loro terre sentono il peso di una frontiera – eretta dalle classi dirigenti del “1° mondo” – tra i loro paesi e il cosiddetto mondo avanzato. Anche il capitalismo dal “volto umano” che pretende di regolamentare il fenomeno o di risolverne gli aspetti più deteriori deve arrendersi di fronte al problema con buona pace della destra razzista e della sinistra riformista: l’Europa dei prossimi decenni sarà, infatti, un continente alle prese con una sempre maggiore immigrazione e con una società multietnica. Il fenomeno dell’immigrazione non si fermerà perché il capitalismo continuerà ad espropriare quelle terre svantaggiate per tentare di sanare la propria crisi non facendo altro che incentivare ulteriore immigrazione: essa, quindi, deve essere vista come una deportazione voluta dall’ordine economico mondiale. Le esigenze dell’economia pretendono una manodopera sfruttabile, ricattabile e a basso costo presente in quei paesi e che importata qui da noi permette più alti margini di profitto. Il gioco degli investitori è quello di mettere in concorrenza lavoratori immigrati con lavoratori italiani grazie a leggi repressive che rendono difficile la regolarizzazione fanno si che il lavoratore immigrato non possa ribellarsi a condizioni di lavoro bestiali. Tutto il resto è fuffa!

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