Il modello ISIS.

Territorial control of the Isis
Territorial control of the Isis

Il modello è: che la guerra entri nelle nostre case! L’organizzazione per cellule è funzionale a questo. Abbiamo la guerra in casa perché abbiamo seguito una politica di intervento armato nel mondo islamico. Tutto ciò è legato con quanto è accaduto nel 2003, non dobbiamo scordarcelo, con l’intervento armato in Iraq. L’ISIS colpirà dove potrà colpire, ma a seconda della disponibilità delle cellule europee e non viceversa. In questo senso non c’è alcun problema concernente le ondate migratorie piene di terroristi islamici, perché gli islamisti sono già qui, fra i sostenitori europei di fede musulmana dello Stato Islamico.

Ogni disponibilità dei nostri governi a bombardare un qualsiasi paese islamico porterà delle ripercussioni spiacevoli in casa nostra, non c’è alcun dubbio.

L’ISIS ha trasformato la religione in un’ideologia nazionalista, nella caratterizzazione di quel Califfato del XXI° secolo, utopia potente e tutta interna alla storia musulmana. Tuttavia per l’ISIS, a differenza di al Qaida, il Califfato è il punto di inizio di una nuova storia, non il punto di arrivo.

Il messaggio dello Stato Islamico è profondamente patriottico. Si tratta di un messaggio di chiamata alle armi molto simile a quello che abbiamo visto all’epoca della lotta politica per la costituzione degli stati-nazione europei. È un messaggio potente, irresistibile, soprattutto per i giovani, mentre l’Occidente fa fatica a trovare un messaggio alternativo e credibile, da indirizzare agli stessi, per togliere consenso allo Stato Islamico.

Certamente bombardare la Siria, l’Iraq e la Libia va in direzione opposta.

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