Europa e resto del mondo.

Budački-Valvasor
Budački-Valvasor

di Sergio Mauri

L’ideologia della leadership europea spadroneggia sul “vecchio continente”, ed ha spostato i suoi confini fino a quelli con la Russia ex-sovietica. Questa ideologia riscrive la storia, ne cancella i lati preoccupanti (dalle lotte operaie ai movimenti sociali dell’America Latina); si impegna nella definitiva omologazione della cittadinanza appoggiandola su due architravi: mercato e reazione ideologica.

L’impegno messo dalla classe dominante occidentale in questo compito è più forte e decisivo di quello dei governanti cinesi verso il loro popolo seppure coadiuvato dalla cosiddetta dittatura; i governanti cinesi hanno mezzi ed esperienza tali da poter essere paragonati ai “controllori” occidentali? Forse.

La “democratura” occidentale, invece, che riesce a trasmettere in seconda serata, trasmissioni come Porta a Porta nelle quali si spara a zero su rumeni, rom, musulmani (mettendoli tutti in un unico colpevole calderone), si parla di politica senza contradditorio, si nascondono le italiche sporcizie sotto il classico zerbino, è efficace, violenta e spudorata. E, dulcis in fundo, impunita. Proprio perché non è bilanciata da alcun potere.

Su questa linea di totale controllo ideologico e del mercato nell’accezione liberista di marca anglo-americana, attraverso la sua promozione sempre e comunque, nessuno dei partiti politici parlamentari è innocente. Al contrario: sono tutti, a titolo differente e con sfumature interessate, complici. Tutti allineati e coperti. Non potrebbero fare altrimenti.

Parlare liberamente di ciò che sta o stava succedendo in America Latina, sia in Venezuela che nella Bolivia di Evo Morales che a esempio nel maggio 2017 approvò la nuova costituzione (dove spiccavano due punti; la proprietà comune e la non accettazione di basi straniere sul proprio territorio nazionale) pochi giorni fa, varrebbe una segnalazione alle autorità inquirenti, con tutto ciò che ne conseguirebbe. Prima di tutto una furibonda e distruttiva campagna stampa contro i “rossi”.

Ma tant’è: noi siamo “liberi” e non possiamo toccare certi argomenti; gli altri, quelli che non abitano in Europa o in Occidente e non sono liberi sono “costretti” ad affrontare certi discorsi.

Anche questa è una bestiale illazione della nostra classe dirigente che il popolume segue: infatti parlare di libertà e democrazia in Italia – dove non sapremo mai fino in fondo se i risultati delle elezioni del 2006 fossero realmente quelli che ci propinarono – significa fare satira o fiction. E parliamo della peggior fiction. E la più grande democrazia – gli USA – altro argomento satirico, in questo senso insegna, viste le condizioni di manipolazione in cui si svolsero le loro elezioni nel 2004. Dovremmo invece sperare di vivere in paesi [liberi] come la Bolivia o il Venezuela, invece di farci riempire la testa di idee-feticcio senza significato…mentre chi lavora nel nostro paese muore per cose giustificabili solo in certi paesi della periferia più periferica dell’Impero!

La reazione ideologica che costruisce queste idee-feticcio è patrimonio complessivo di una classe dirigente che ha allargato le proprie file con una pletorica classe media (ora sacrificabile) che le serve da parete divisoria nei confronti di un immenso esercito che preme dentro e fuori dall’Europa. Il risultato di questa ideologia è la chiusura in un “particulare” che viene visto come la soluzione ai propri problemi. Quasi il mondo riuscisse ad essere statico e a non rinnovarsi. Tutti i movimenti reazionari si nutrono di questi sentimenti e la deriva italiana, cioè quella di un paese in declino, ne è la riprova.

Che questa ideologia, fondata sulla scomparsa dell’Irak (di cui non si parla più), sulla falsificazione dell’informazione, sul silenzio riguardo ai movimenti latinoamericani, serva per isolarci da un mondo che si muove, è evidente. Che nemmeno i partiti della cosiddetta opposizione siano in grado di utilizzare queste notizie per uscire dall’isolamento in cui versano, la dice lunga su chi li forma e per quali obiettivi.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d’Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.
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