Lo affermo a buon titolo: come fa un artista attivo nella prima metà del Novecento, dotato di eccezionali abilità tecniche e significativa energia creativa, presente non solo nel prestigioso museo della sua città natale, Trieste, ma anche agli Uffizi di Firenze, ad essere battuto alle aste a poche centinaia di euro? Delle due l’una: o si tratta di una svista (nel senso di ignoranza) o è una scelta strategica. Non saprei quale delle due risposte scegliere. Tuttavia uno dei punti imprescindibili di ogni Galleria o Casa d’aste è quello di valorizzare – attraverso un’oculata operazione di commercializzazione – ciò che è di propria competenza territoriale e storica. E’, altrimenti, inutile lamentare la staticità di un mercato che, quando si è nella posizione di stimolarlo, lo si lascia fermo ed in depressione.
Tuttavia, una risposta al quesito “Perché lo fanno?” c’è ed è la seguente: per ricomprarsi a basso prezzo le proprie cose. Questa però è una strategia involutiva per un mercato delle opere d’arte e tradisce un’attitudine alla mera sopravvivenza che somiglia molto al famoso modo di produzione asiatico.
Intanto visitate questo sito per una breve biografia dell’artista. Buona lettura.
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