È finito tutto. Tutto può ricominciare.

Camera_2018_Coalizioni_Collegi
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Superata l’emotività del momento, abbiamo capito che, queste elezioni, non sono andata poi così male. Il risultato, lungi dall’essere quello che piacerebbe a noi, ha messo – tuttavia – in luce 3 cose:

1-ha distrutto il PD;

2-ha massacrato FI;

3-ha emarginato qualsiasi tentativo, a sinistra, di proporsi con vecchi schemi ormai considerati non credibili.

Oltre a queste prime 3 cose, ne ha dimostrate altre 2:

1-la vittoria di Salvini e 5S ci farà assistere alla “prova dei fatti” in relazione alle promesse elettorali delle due formazioni. Se queste forze non saranno in grado di rispondere in maniera soddisfacente ai loro elettori, come noi crediamo, questi ultimi saranno ancora più incazzati di oggi ed entreremo nel regno dell’imponderabilità. Il potere, allora, che cosa si inventerà per distogliere l’attenzione dei suoi sudditi? Aspettiamoci qualche altra trovata sul modello “clandestini”, ma di contenuto peggiore.

2-lo scarso risultato di PaP, per il quale i conti non tornano. È evidente che diversi dei suoi potenziali o dichiarati votanti hanno, in cabina, votato per i 5S. “Voto utile”.

Abbiamo inoltre imparato che:

1-Viola Carofalo ha un’ottima capacità comunicativa e che il modello da lei proposto è “open source”, liberamente replicabile ed implementabile. Ad esempio: sinistra popolare; sinistra del si; dove c’è il no faremo il si, sono i primi esempi di un tipo di comunicazione “espressiva” che rompe l’accerchiamento semantico costruito dagli avversari che aveva vista la sinistra ripetere per parecchio tempo delle formule spesso incapaci di bucare lo schermo di indifferenza del pubblico.

2-Le rendite di posizione derivate dalla vecchia storia della sinistra, e del PCI in particolare, quel 33% di elettorato da spartirsi, sono finite: è l’ora della politica. Quell’eredità, costruita da lotte solidali, sistematiche e pazienti è stata distrutta da queste ultime generazioni di “personaggi” che hanno inseguito il “nuovo” con sistemi stravecchi. Talvolta aiutati dal nostro silenzio, dalla nostra timidezza politica.

3-La sinistra dovrebbe chiamare esplicitamente ad un’alleanza con gli “stranieri” in chiave antirazzista, costruire un fronte antirazzista.

4-Fare “servizio sociale”, portare pacchi di pasta ai bisognosi, aprire le mense per i poveri è un’ottima idea ed è un valore aggiunto, ma non è la soluzione né….. a destra (CP, FN) né a sinistra. Basti vedere i risultati. Ciò che ha portato i voti è stato il rifiuto verso l’establishment. Su questo bisogna lavorare, perché la sinistra è stata recepita in buona parte a ragione grazie agli errori degli ultimi decenni, come integrata nel sistema, parte dell’establishment. Essere antisistema o comunque fuori dal sistema, paga.

5-Posti di lavoro, non Reddito di cittadinanza. Quest’ultimo è una misura neoliberista. Ogni forma di “reddito di cittadinanza” è solo un espediente delle classi dirigenti neoliberiste per gestire questa fase di passaggio senza correre rischi di rivolta sociale. Il che non significa che non si possano e debbano fare interventi temporanei (sottolineiamo: temporanei) di sostegno alla domanda, di assistenza sociale ad esempio per garantire il passaggio da lavoro a lavoro, ma assolutamente no ad ogni politica che pensi di istituzionalizzare una fascia sociale di “miseria assistita” e tenuta come riserva di consenso al sistema. Porta, inoltre all’abolizione del sistema pensionistico.

6-Referenti sociali: non solo la sinistra deve recuperare la fiducia operaia (compito improbo), ma ha sbagliato totalmente a non curare le partite iva e i precari, i commercianti massacrati dalla crisi, i piccoli imprenditori contro i grandi. Non ha detto una parola sullo scandalo degli Studi di settore (scomparso dopo più di 20 anni, lo scorso gennaio).

7-È il momento di porsi la domanda: c’entra qualcosa De Magistris nella vicenda Potere al Popolo? E se si, in che modo?

8-Fare politica, proporre programmi e linee d’azione, in assenza di una vera e propria mobilitazione sociale, presenta dei rischi politici. Dobbiamo valutare meglio questo tema.

Da questa situazione non si esce in maniera indolore, è scritto nelle cose. Tuttavia, finalmente, siamo nella condizione di andare casa per casa, amico per amico, conoscente per conoscente, parente per parente, quartiere per quartiere a parlare, insegnare, istruire. Facciamolo, anche ognuno per sé, laddove le spiccate personalità della sinistra residuale siano incapaci di fare lavoro comune.

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