Crepuscolo di una nazione.

Strage Prato
Strage Prato

Alla base di tutto c’è la cultura, non il nozionismo. La conoscenza profonda delle cose e la capacità di collegarle tra loro e formare una visione d’insieme. Due sere fa, da Santoro, Della Valle, quello che dava contro a Berlusconi, ha parlato. Il problema è culturale (il carattere si forma di pari passo con la coscienza, ricordatelo!) : non una parola su chi fosse il committente del laboratorio andato in fiamme a Prato. Non una parola sui suoi stabilimenti: dove produce le sue scarpe? Non è vero che questo sia schiavismo, come lui sostiene, questo è capitalismo allo stato puro, scene da Inghilterra della rivoluzione industriale del XIX° secolo.

E comunque, non una parola sulle connivenze del governo cinese, dopotutto si sono comprati un pò di debito pubblico italiano e fanno girare un bel pò di soldi. Evadendo, in molti casi, il fisco. Sono almeno trent’anni che la cosa accade. In trent’anni puoi controllare, se ne hai voglia. I morti di Prato sono morti in una città ed in un paese della comunità europea, faro di civiltà, in uno dei paesi fondatori dell’unione stessa. Non in Polonia, Croazia o Romania. Il sindacato che dice? Landini & c., quelli dello scontro duro con Marchionne, che dicono?

I dati Censis parlano chiaro: paese disfatto, sciapo, disilluso. I giovani, sempre più spesso, vanno all’estero indebolendo un paese già fragile. In questo contesto nazionale si inserisce la strategia euro-americana della creazione di un mercato unico dal Pacifico al confine con la Russia, ovvero Ucraina inclusa, di cui vediamo preparativi e modalità di costruzione.

Poco più di un mese fa il Congresso americano ha diffuso una documentazione terrorizzante sulla Cina, sulla sua inaffidabilità, sul furto di tecnologia e know-how che essa perpetra quotidianamente. Pensavano forse, gli occidentali, che avrebbero potuto impunemente sfruttare i bassi salari cinesi e basta? Che la globalizzazione sarebbe stata “un pranzo di gala”? L’ordine che proviene da oltreoceano è quello di fermare la Cina a tutti i costi e l’incidente di Prato diventa provvidenziale per un pò di propaganda anticinese, per mettere dei paletti ed alzare muri.

 

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